sabato 24 dicembre 2011

LADIES & GENTLEMEN, WELCOME ON BOARD

Prima di tutto buon Natale a tutti. Natale per Casa Tornado generalmente significa viaggio e... Domani si volaaaa. Non vedo l’ora. Arriva il tanto atteso momento in cui si prepara la valigia e si va. Io adoro partire. Adoro l'atmosfera dell'aeroporto, adoro camminarci con il passaporto in mano, adoro entrare in quei negozi pieni di riviste straniere per prendere le caramelle gommose, adoro passare nel metal detector e passare al primo colpo, insomma tutte queste cagatine qui...

I nostri viaggi sono sempre e rigorosamente pensati per tempo. Miss T. non ammette ritardi nel pianificare le mete. Io certe volte provo a dirle di star tranquilla, di provare ad aspettare un last minute, lei invece vuole prenotare sempre con molto anticipo per avere la certezza (e la tranquillità psicologica) di andare dove si vuole e come si vuole. In effetti ha ragione: così facendo mi sono reso conto anche io che pianificando le cose per tempo abbiamo sempre avuto la libertà di fare il viaggio che più desideravamo.
Più si viaggia, più si viaggerebbe, su questo non ci piove. Quando si tratta di decidere la meta, la fantasia di Miss T. vola più in alto dell’aereo che poi ce la porterà. Tuttavia il sistema di votazione atto alla definizione della meta è assolutamente democratico: lei scrive 3 bigliettini con 3 mete diverse, io faccio lo stesso, mettiamo tutto in un bicchiere, tappiamo con la mano, shakeriamo e poi si estrae il viaggio vincitore. Ora, quando non è Miss T. a decidere per me è il fato che lo fa: è da tre anni che mi piacerebbe andare in Islanda, ogni volta su tutti e 3 i miei bigliettini ci scrivo ‘Islanda’ e ogni volta non ne esce nessuno dei 3. A me questo fatto viene in mente ogni volta che partiamo con l’aereo, quando il pilota dice ‘ladies and gentlemen welcome on board” e puntualmente non stiamo volando verso la sopraccitata terra del nord. Poi, siccome subito dopo il decollo l’aereo fa delle virate che mi mandano il cervello in palla, chiudo gli occhi e sto col naso all’insù.

giovedì 22 dicembre 2011

I DONI IN CANTINA

Come già detto in precedenza, né Miss T. né il sottoscritto abbiamo a disposizione grandi capitali. Diciamo che i nostri soldini vanno equamente suddivisi tra la rata del mutuo, tutte le spese varie e i viaggi (tema di fondamentale importanza per la nostra sopravvivenza di coppia).

Il Natale è sicuramente un’ottima occasione per riempire un po’ il vuoto di casa facendo spendere i soldi agli altri. Generalmente le vittime designate per questa pratica sono i genitori che, con dolcezza e consapevolezza, lo fanno volentieri. Infondo infondo i figli “so pezz’ e core” e loro, se possono, sono pronti a soddisfare, entro certi limiti, le nostre esigenze.
OK, passiamo quindi a definire il concetto di queste due ultime parole: ‘nostre’ ed ‘esigenze’.
Il concetto di ‘nostro’ è una cosa alla quale ci si deve abituare quando si decide di fare il passo ed andare a vivere con una persona. Prima è tutto ‘MIO’ del tipo ‘casa mia’, ‘camera mia’, il mio computer’, ‘le mie ciabatte’, ‘il mio rasoio da barba’.
Ora invece è tutto ‘NOSTRO’ e lo dico con la consapevolezza di uno che sa di aver trovato una persona con la quale ha intenzione di spartire la vita: ‘casa nostra’, ‘la nostra camera’, ‘il nostro pc’, ‘le nostre ciabatte (che freddo ai piedi…)’, ‘il mio ex nuovo nostro rasoio da barba’.
Se ci fate caso in fin dei conti non cambia (quasi) niente.
Nel momento in cui l’aggettivo ‘nostre’ si avvicina al sostantivo ‘esigenze’ comincio a notare qualche minuscola, quasi impercettibile, differenza.
Dopo il portavasi e la cucina in casa tornado sono arrivati il letto, una doccia e il divano. Il minimo per la sopravvivenza. La televisione è stata un riciclo. Fortunatamente per noi la accendiamo poco, non siamo TV dipendenti. Ma visto che c’è, e che a entrambi piace trascorrere una serata guardando un bel film, per me una delle esigenze sarebbe stata quella di farci regalare un lettore dvd. La vera esigenza invece, in vista dell’imminente arrivo di una lavatrice in casa, erano uno stendino ripiegabile ed un asse da stiro, e io che pensavo al dvd…
Visto che né lo stendino, né l’asse da stiro fanno arredamento, per ora li ho posati in cantina ma so che presto mi toccherà portarli su, montarli e sentirmi appagato per aver soddisfatto una NOSTRA primaria esigenza… con gli occhi chiusi e il naso all’insù.

mercoledì 21 dicembre 2011

IL CASSETTO CHE NON SI CHIUDEVA

La cucina di casa nostra è uno di quegli ambienti in cui fa piacere starci per due motivi:

1) in tutta la casa è l'unico ambiente nel quale c'è qualcosa.
2) E' piena di presenze simpatiche che ne rendono il soggiorno piacevole.

Sul punto due avrò modo di tornarci in futuro, oggi sono qui per il primo.

Si può dire che, nella scelta della cucina, la mia presenza sia stata abbastanza decisiva: ho espresso una preferenza e, casualmente, collimava con quella di Miss T.
L'esperienza della cucina è un fatto abbastanza mistico da affrontare. I momenti chiave di solito sono 3. Il primo è la scelta tra i milioni di marchi presenti sul mercato, il secondo la scelta della forma e del colore e il terzo il montaggio.
I primi due sono momenti di coppia abbastanza interessanti e divertenti; anche il terzo in realtà lo è...
Prima di tutto si va su internet a curiosare. Una volta trovato qualcosa di interessante si va nel punto vendita più vicino per vedere ... SDENG!! Prima delusione: siccome anche solo l'avere informazioni richiede molto tempo bisogna fissare appuntamento e prendersi un paio di ore per la cosa. Passato questo primo smacco e scelto da chi si vuole andare, si passa alla fase della scelta della forma e del colore, momento (che dura dai 2 ai 4 mesi) in cui cominciano i confronti diretti e le frasi del tipo: ‘cosa dici bianco caolino o bianco neve' oppure 'no perchè il caolino lo trovo più abbinabile'. Maaaaaa, la differenza? E fu così che Mr T scoprì che ogni gradazione di bianco si abbina in maniera differente ad un diverso colore. Per me il bianco ERA bianco e basta.
Una volta che l'ordine è fatto comincia una sorta di periodo di gravidanza senza fine in cui la cucina prende forma. La definisco gravidanza perché da quando si feconda l'ovulo (firma del primo assegno caparra) a quando te la partoriscono (data del montaggio nella tua casa) passano 4 mesi. In quei 4 mesi che si fa? Ovviamente si passano le serate a guardare una stanza vuota cercando di immaginare come verrà. Avrà i capelli? Dormirà di notte? MAH!
Arriva poi il giorno (o meglio i giorni) dell'installazione, 2 per la precisione. Il primo giorno sono stato io a casa dal lavoro. Miss T dall’ufficio mi costringeva a mandarle una foto dei progressi ogni 30 minuti. Alla sera avevo mandato una quindicina di foto di uno scheletro di legno che piano piano cresceva con fili pencolanti e cassetti mezzi smontati a terra, una delusione pazzesca!
Il giorno dopo invece Miss T era lì. Per rispetto nei miei confronti anche lei ogni tot di tempo mandava una foto. Nelle sue però affiorava chiaramente la soddisfazione di inviare qualcosa di sensato: il tipo che infila la lavastoviglie nella sua sede, i pensili con le luci tutte accese, la cappa in azione, ecc…
In pratica hanno finito tutto e hanno lasciato i cassetti sotto al lavandino da infilare per permettere all'idraulico di allacciare gli attacchi.
Peccato che poi, due giorni dopo, quando l'idraulico ha finito, va per mettere i cassetti e.... TADAAAAA... uno dei due non si chiude perché tocca contro il tubo del sifone.
Ovviamente, secondo voi su chi sono ricadute le frustrazioni per il cassetto che non si chiudeva?
Ho preso la cosa con filosofia: con gli occhi chiusi e il naso all'insù.



martedì 20 dicembre 2011

PEONIE, ERICHE E PUNTI DI DOMANDA

La signorina Tornado, che per comodità da qui in poi sarà "Miss T", nella vita ha un nome vero: si chiama Elisa.
In realtà il termine Tornado le sta su come un vestito di sartoria. E' una furia di idee nel vero senso della parola, 100 ne pensa e 1000 ne fa e, alle volte, questo può essere anche un po' spaventevole. Può esserlo specialmente per persone come me: io sono l'esatto contrario, 100 ne penso ed una ne faccio.
Oggi è trascorso poco più di un anno da quando abbiamo preso casa insieme ed è ancora abbastanza, come dire, vuota. Non perché siamo dei minimalisti convinti ma perché c'è minimalismo nel conto in banca. Questa nostra caratteristica ha fatto sì che la questione arredamento casa stia andando un po' a rilento.
NON TERGIVERSIAMO, tutta questa filippica per raccontarvi l'aneddoto significativo per farvi capire qualcosa di più di Miss T: il giorno dopo l'atto, dopo aver esplorato per la 14esima volta una casa vuota e sporca, abbiamo deciso di uscire per fare una passeggiata in centro. Camminando mano nella mano passiamo davanti ad un negozietto in stile parigino che vende fiori e vasi. Gli occhi di Miss T si illuminano e, mentre nei miei invece si stanno formando 2 enormi punti di domanda, lei ha già visto un porta vasi da mettere sul balcone: 'guarda che bello, starebbe benissimo sul nostro balcone. Dentro possiamo metterci, in estate delle belle peonie bianche sopra e qualche erbetta tipo basilico o timo sotto e, in inverno, riempiamo tutto di erica colorata'. Vi chiedo un po' di fantasia per immaginare la mia faccia con su stampati i punti di domanda, mentre sto cercando disperatamente in qualche cassettino della memoria la parola 'peonia' senza trovare una risposta. Figuriamoci, da peonie in poi, non ho più capito una mazza di quello che mi ha detto e, 20 secondi dopo, mi sono trovato a digitare il codice del mio bancomat sul pos della fioraia. Chiamarla Tornado è sminuire l'azione potente e devastante del suddetto evento umano. Davanti a cotanta potenza, mi metto in coda e sfrutto la scia... con gli occhi chiusi e col naso all'insù.

lunedì 19 dicembre 2011

AD OCCHI CHIUSI, COL NASO ALL'INSU'

Dopo le mille firme dal notaio (e con la banca), dopo che ci hanno dato le chiavi, dopo che i genitori se ne sono andati via al grido di "bella, bravi, pensate al futuro", dopo tutti i rompimenti di rito, abbiamo chiuso la porta (da dentro) ci siamo guardati in faccia in silenzio, e siamo scoppiati a ridere. E ORA SONO CAZZI. Non sono solo 30 anni di mutuo, bisogna metterci dentro qualcosa a questa casa no? Un letto per esempio? Un bagno? Una cucina? Niente di tutto questo.

A dire il vero abbiamo incominciato come avrebbe fatto qualunque italiano: pensando prima di tutto al cibo. La nostra prima esperienza è stata un picnic, in cucina per l'appunto, seduti sulle piastrelle gelide, senza riscaldamento e senza elettricità, ma con una candela e cose buonissime da mangiare

ALT! a tutti coloro che hanno pensato "l'ennesimo blog che parla di ricette o di arredamento" dico di star tranquilli.
Casa Tornado non è questo!
Ma allora cos'è? E' uno stile di vita: è un modo di rapportarsi tra di noi e con il mondo, la continua interazione di due persone che, inconsapevolmente, corrono incontro ad un destino comune, ad occhi chiusi e col naso all'insù.